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La Great Resignation

Cos’è la Great Resignation?

Noi di Syncroweb abbiamo deciso di parlarvi del fenomeno della Great Resignation. Con questo termine si fa riferimento al significativo aumento delle dimissioni, che vede un numero crescente di persone lasciare il proprio lavoro. Le cause che portano a questa drastica decisione sono le più svariate: dal burnout, alla ricerca di un posto che preservi il benessere, al desiderio di poter avere la possibilità di gestire le giornate di lavoro difendendo il principio work-life balance. Ad essere complice dell’innesco di questo meccanismo è stata sicuramente la pandemia, che ha irrevocabilmente cambiato ciò che le persone si aspettano dal lavoro, rivalutando soprattutto le loro priorità.

The Great Resignation

Più di 19 milioni di lavoratori statunitensi hanno lasciato il loro lavoro da aprile 2021, un ritmo record che mette in difficoltà le imprese. In Italia nello specifico 500mila italiani si sono licenziati nel 2021.

Le aziende stanno lottando per affrontare il problema, anche se in primo luogo non capiscono il perché di questa scelta da parte dei loro dipendenti.

Invece di investire del tempo per indagare le vere cause del fenomeno, molte aziende stanno saltando a correzioni rapide: per esempio, stanno aumentando la retribuzione o i vantaggi finanziari dei dipendenti, oppure offrire incentivi per rafforzare i legami relazionali che le persone hanno con i loro colleghi e i loro datori di lavoro. Ma il dipendente non rimane realmente soddisfatto, infatti percepisce questa iniziativa più come una mera transazione. Questa relazione transazionale ricorda loro che i reali bisogni non vengono soddisfatti.

Se questi anni di pandemia ci hanno insegnato qualcosa, è che i dipendenti desiderano investire nei valori umani del lavoro. Il desiderio di un rinnovato e rivisto senso di scopo nel loro lavoro. Vogliono legami sociali e interpersonali con i loro colleghi e manager. Vogliono sentire un senso di identità condivisa.

Il concetto di Workaholism

Il concetto di Workaholism e i motivi della sua evoluzione nel tempo hanno radici lontane. La celebre frase di Charles Darwin “Il lavoro nobilita l’uomo” è stata un mantra della società occidentale per molto tempo, ma poi qualcosa è cambiato.

La legge di riforma del ministro Tizianio Treu è del 1997, ma nel mondo del lavoro se ne parlava almeno dal 1995. È probabilmente stato in quel periodo che percorso professionale e percorso umano hanno cominciato a distinguersi.

Alla classe media (arricchita) del tempo, il lavoro aveva dato benessere e un ruolo sociale. Soddisfazioni personali, reti di colleghi che nel dopolavoro erano amici. Aveva permesso di pagare gli studi dei figli e il loro divertimento. Era appagante ed era caratterizzante.

Tanto appagante e caratterizzante che la cultura pop inventò la figura dello yuppie e la psicologia scoprì il problema del workaholism.

In particolare il termine workaholism fu coniato nel 1971 dal ministro e psicologo Wayne Oates. Viene descritta “la costrizione o la necessità incontrollabile di lavorare incessantemente” (Oates, 1971).

Workaholism

La classe media (impoverita) del 2022 considera il lavoro come un’esperienza a tempo, nemmeno la più importante della vita. Questa non si sa bene quando potrà diventare un ricordo e che genera una fatica a volte insostenibile (anche solo da un punto di vista psicologico). Quindi magari le persone si trovano a lasciare il lavoro per cui si erano preparate sin dai tempi dell’università. Quel sogno che avevano inseguito e coltivato con tanta dedizione, facendo spesso grandi sacrifici di esperienze di vita.

Quest’ultimo esempio esemplifica perfettamente l’evoluzione psicologica del lavoratore, dove non ambisce più unicamente al lavoro dei suoi sogni, ma vuole stare bene a lavoro e sentirsi appagato in quello che fa.

Il pensiero di Syncroweb a riguardo

Abbiamo intervistato Fulvio Ieva, il CEO di Syncroweb per raccontarci i suoi pensieri ed esperienze riguardo a questo argomento del Great Resignation e come la pandemia da Covid 19 abbia influito sul contesto lavorativo.

Fulvio Ieva

DOMANDA 1

Da cosa pensi derivi questo fenomeno della Great Resignation?

Sicuramente la pandemia ha risvegliato una coscienza sociale” e spiega quanto le priorità delle persone siano cambiate.

Prima della pandemia un punto cardine dell’individuo era sicuramente il lavoro” ora le persone hanno preferiscono mettere al primo posto il proprio benessere, non accettano più di fare un lavoro che non le soddisfi e le renda felici giustamente.

Inoltre la nuova introduzione dello smart working per il periodo di emergenza pandemica, “ha smosso i principi lavorativi” facendo sì che si passasse più tempo in casa, di conseguenza facendoci riscoprire molti hobby, interessi e anche sé stessi.

DOMANDA 2

Come pensi che il fenomeno abbia influito sulle aziende?

Sicuramente è necessario trovare altre soluzioni” riferendosi alla possibilità che una persona si dimetta, sarebbe ovviamente un’enorme perdita per l’azienda ma anche per la coesione del team sviluppatasi negli anni.

Sempre riferendosi allo stato d’animo del dipendente e alle sue esigenze:

Alcune aziende si stanno accorgendo di questo fenomeno del Great Resignation, cercando di curare di più le esigenze dei propri dipendenti e creare un ambiente lavorativo felice. Ma altre aziende non stanno agendo tempestivamente pensando che tutto tornerà come prima, ma si accorgeranno dopo che la situazione non tornerà più quella di prima e faranno molta fatica

DOMANDA 3

Nel caso specifico di Syncroweb? Come pensi sia cambiata la situazione?

L’organizzazione di Syncroweb è nata comunque valorizzando i dipendenti, cercando sempre di renderli felici e soddisfare le loro esigenze. Quindi per fortuna non abbiamo patito più di tanto questo aspetto

Però ovviamente ci sono dipendenti che si accorgono comunque che la propria mansione non gli piace oppure perché ambiscono in generale ad altre posizioni

Per quei dipendenti che scoprono di avere completamente diverse esigenze e interessi si può fare poco, ovviamente dispiace perdere un membro del team, ma è più importante che una persona si trovi in una posizione che può rendere al massimo e soprattutto stare bene

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