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Amundsen: una storia per cambiare visione sulla produttività

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Fonte: www.pixabay.com

In un mondo in cui l’iper-produttività è all’ordine del giorno, la storia di Amundsen ci insegna l’importanza di adottare un approccio basato sul metodo e non solo sui risultati.

La storia del capitano Amundsen è un perfetto esempio di come dovrebbe essere ripensato il concetto di produttività e raggiungimento di un risultato. Siamo convinti che la via per il successo sia quella fatta di sudore e rinunce, un percorso che porta inevitabilmente a sacrificare tutto il resto che fa parte della nostra vita per riuscire a raggiungere quel traguardo.

Spesso siamo condizionati dall’ambiente circostante, per perseguire un obiettivo o vincere una sfida, l’unica soluzione è stringere i denti e tirarsi su le maniche, focalizzando le nostre forze per ottenere quel risultato.

Tutti conosciamo l’importanza di fare dei sacrifici, ci hanno sempre insegnato che per ottenere qualcosa l’unica via sia quella della rinuncia e della dedizione alla causa. Ma sarà così vero?

Dare priorità al lavoro, aumentare la nostra produttività in ottica di ottenere un output maggiore che possa avvicinarci il più in fretta possibile a quel goal, non sempre basta. Vi stupirà scoprire che esiste un’altra via, meno tortuosa ma che necessità di un approccio e mentalità completamente differenti da quelli che vediamo oggi.

Dilemma 10X

Ed è proprio qui che incappiamo nel dilemma 10X: per raggiungere grandi risultati dobbiamo impegnarci e aumentare il nostri sforzi e le nostre energie al massimo, ma nessuno può lavorare dieci volte di più e di conseguenza le energie finiscono ancor prima di aver raggiunto quel risultato. Ciò che ne consegue da questo approccio è che oltre a non aver raggiunto il nostro obiettivo, ci siamo anche fatti terra bruciata.

Il duro lavoro è una virtù, su questo non ci piove, ma a volte è qualcosa dalla quale dovremmo distaccarci. Essere al limite delle nostre capacità compromette enormemente ciò che ci circonda, che sia un rapporto sentimentale, la famiglia, gli amici o il nostro stesso lavoro.

Perché questo vuole essere un articolo dedicato al mondo dello sviluppo e della programmazione? Anche in questo settore, il “maniaco del lavoro” è un alter-ego con il quale molti hanno a che fare. Che sia a causa di un particolare progetto lavorativo o semplicemente come volontà di diventare la migliore versione di se stessi come programmatori, questo approccio di estrema dedizione al duro lavoro e al sacrificio può rivelarsi controproducente e renderci il cammino più arduo del previsto.

Amundsen
Fonte: www.picryl.com

Perché la storia di Amundsen?

Ronald Amundsen è nato il 16 luglio 1872 a Borge, in Norvegia. Fin da giovane, ha mostrato un interesse precoce per l’esplorazione polare, ispirato dalle storie dei grandi navigatori e esploratori che avevano sfidato l’inesplorato. Crescendo nella gelida Norvegia settentrionale, Amundsen ha imparato le abilità di sopravvivenza necessarie per affrontare gli ambienti più ostili del mondo.

La prima grande impresa di Amundsen è stata la storica traversata del Passaggio a Nord-Ovest, un percorso marittimo che collega l’Atlantico al Pacifico attraverso l’Artico canadese. Nel 1903, Amundsen, a bordo della sua nave Gjøa, ha intrapreso questo audace viaggio, completandolo con successo nel 1906. Questa conquista gli ha conferito la fama internazionale come esploratore polare.

La corsa al Polo Sud

Ma l’impresa più ambiziosa di Amundsen doveva ancora venire. Nel 1911, ha dichiarato il suo intento di raggiungere il Polo Sud, una meta che era diventata un obiettivo ardente per gli esploratori di tutto il mondo. La sua spedizione aveva un obiettivo chiaro: battere il famoso esploratore britannico Robert Falcon Scott nella corsa per il Polo Sud.

La spedizione di Amundsen era estremamente ben preparata. Utilizzando esperienze passate e apprendimenti dal suo tempo trascorso con la popolazione Inuit, aveva pianificato meticolosamente ogni aspetto del viaggio. La sua scelta di cani da slitta norvegesi si rivelò fondamentale per il successo della spedizione.

La differenza tra i due gruppo di spedizione risiede nel metodo e nell’approccio adottati. Al di là della maggiore esperienza del norvegese, ciò che fece davvero la differenza fu l’approccio alla sfida.

I due gruppi partirono da due punti differenti ma ciò che distinse Amundsen, oltre che alla sua sapiente e metodica preparazione delle provviste e dell’equipaggiamento, fu la decisione di compiere sempre le stesse miglia, avendo un ritmo costante a prescindere dalle condizioni che si presentassero.

La vittoria del capitano Amundsen

Il 14 dicembre 1911, Ronald Amundsen e il suo team raggiunsero finalmente il Polo Sud. Furono i primi a farlo, segnando un momento epico nella storia dell’esplorazione. Piantarono la bandiera norvegese e presero le misurazioni geografiche necessarie per confermare la loro posizione. La loro vittoria era stata ottenuta con un meticoloso piano di navigazione e una determinazione inarrestabile.

Grazie a questo metodo, il norvegese riuscì ad arrivare prima dei britannici con estremo anticipo e con le forze e scorte di cibo necessarie per il viaggio di ritorno. Nella biografia di Amundsen, viene evidenziato come il team norvegese non avesse risentito di particolari sforzi durante la spedizione. Questo è estremamente importante e ci fa capire come il metodo e la costanza, anche se con discreto impegno, riproducano il concetto di minimo sforzo e massima resa.

“Don’t do more today than you can completely recover from tomorrow”

La storia del capitano Ronald Amundsen offre numerosi spunti di riflessione che possono essere collegati al mondo della programmazione e del lavoro. La chiave sta nello stabilire un livello minimo e uno massimo di output di energia spesa per raggiungere i nostri obiettivi.

Il minimo che siamo certi di riuscire a dare in una giornata in modo tale da non perdere il ritmo e un massimo che ci assicura di non esagerare per finire senza energie da impiegare nel resto delle nostre attività. Dobbiamo pensare alle nostre energie come una batteria che ha bisogno di tempo per ricaricarsi e se non lasciamo questo tempo, l’energia non sarà sufficiente per fare tutto.

Oltre a questo, quali altri insegnamenti utili possiamo trarre da questa storia?

Pianificazione meticolosa

Amundsen è stato un maestro nella pianificazione meticolosa delle sue spedizioni. Prima di intraprendere qualsiasi viaggio, aveva un piano dettagliato che copriva ogni aspetto, dalle rotte di navigazione alle riserve di cibo e carburante. Questa attenzione ai dettagli è un elemento cruciale nel mondo della programmazione, dove la pianificazione accurata di progetti e sviluppo software è essenziale per il successo. La capacità di anticipare le sfide e di creare un piano solido è altamente apprezzata nel mondo del lavoro.

Determinazione e resilienza

Amundsen ha dimostrato una straordinaria determinazione e resilienza nel perseguire i suoi obiettivi. Ha affrontato condizioni estreme e sfide mortali durante le sue spedizioni polari, ma non ha mai rinunciato. Questo spirito indomito è un tratto prezioso nel campo della programmazione, dove gli sviluppatori spesso si trovano ad affrontare problemi complessi e ostacoli imprevisti. La capacità di perseverare attraverso le difficoltà è fondamentale per risolvere problemi e portare a termine progetti.

Teamwork e leadership

Amundsen aveva una profonda comprensione dell’importanza del teamwork e della leadership efficace. Ha guidato con successo squadre di esploratori attraverso ambienti ostili, dimostrando capacità di leadership straordinarie. Nel mondo della programmazione, la collaborazione tra membri del team è essenziale per la creazione di software di alta qualità. Gli sviluppatori devono lavorare insieme in modo sinergico sotto la guida di un leader competente per raggiungere gli obiettivi aziendali.

Innovazione e adattabilità

Amundsen era un innovatore che cercava costantemente nuovi approcci e soluzioni per superare le sfide che si presentavano durante le sue spedizioni. Questo spirito innovativo è altamente rilevante nel campo della programmazione, dove la tecnologia evolve rapidamente e richiede una continua adattabilità. Gli sviluppatori devono essere disposti a esplorare nuove tecnologie e adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato.

In sintesi, la storia del capitano Ronald Amundsen offre preziosi insegnamenti che possono essere applicati al mondo della programmazione e del lavoro. La pianificazione accurata, la determinazione, il teamwork, l’innovazione e la leadership sono tutti elementi chiave per il successo in entrambi i contesti. Come Amundsen ha dimostrato nell’esplorazione dei territori polari, il perseguire obiettivi ambiziosi richiede un impegno totale e la capacità di superare le sfide con creatività e determinazione, adottando un metodo che si adatti alle nostre risorse e capacità.

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