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Kevin Mitnick: storia di un hacker

Kevin David Mitnick, storico hacker che ha segnato la storia dell’informatica, è morto all’età di 59 anni. A distanza di qualche settimana dall’accaduto abbiamo deciso di dedicare un articolo che tratta la sua storia.

Nel 1995 in un’epoca in cui l’informatica acquisiva sempre più spazio nelle vite delle persone, il nome di Mitnick era ovunque, sui notiziari e titoli di giornali non si leggeva altro. Il fervore mediatico e la caccia all’uomo svelarono il lato oscuro dell’era digitale emergente.

Mitnick, considerato tra i criminali informatici più pericolosi e ricercati d’America, era riuscito grazie al suo talento a manipolare e violare reti telefoniche e sistemi informatici. I suoi attacchi informatici passarono in rassegna colossi aziendali come Apple, Digital Equipment Corp, Sun Microsystem, la Nasa e altre ancora. Le vittime dei suoi assalti virtuali furono molteplici e per anni nessuno riuscì a catturarlo.

Le incursioni avevano causato danni stimati in oltre 300 milioni di dollari, un bel jackpot che gettava ombra sulle considerazioni per il suo genio informatico. Una storia che si fece ancora più avvincente con l’entrata in scena di Shimomura, esperto di sicurezza informatica che collaborò con l’FBI per catturare l’hacker e porre fine a questi eventi.

Fonte: www.flickr.com

Chi era Kevin Mitnick

Noto anche come “El Condor”, Kevin David Mitick nacque il 6 Agosto 1963 in una piccola città californiana. La sua storia era un intreccio di passioni per l’informatica, le reti telefoniche e per l’ingegneria sociale. La sua infanzia, tuttavia, non fu delle migliori, a causa del divorzio dei genitori che insieme ad un ambiente ostile, lo spinsero ad isolarsi e avvicinarsi sempre di più al lato oscuro dell’informatica.

In questi momenti di solitudine, negli anni ’70, Kevin iniziò a scoprire il potere di manipolare le reti telefoniche diventando un phreaker di fama.

Un phreaker è colui che studia i sistemi telefonici alla ricerca di falle che permettano di violare il sistema e prevederne usi non consentiti. Una pratica che si diffuse particolarmente tra gli anni sessanta e ottanta.

Già a 16 anni, Mitnick riuscì a causare problemi nella sua scuola, facendo saltare il sistema di sicurezza e modificando anche dei voti.

Fin da giovane, Kevin si dimostrò un abile informatico, compiendo la sua prima incursione. Nonostante il suo talento, la sua indole era per lo più quella di un hacker “curioso”, non necessariamente dannoso. Ma come sappiamo bene, questa attitudine durò poco, portandolo velocemente al suo percorso criminale.

L’arte del social engineering era la sua maestria, riusciva a sfruttare la fiducia delle persone per garantirsi l’accesso a sistemi protetti. Il suo modus operandi e le sue tattiche erano ingegnose, imprevedibili e una volta agito, era estremamente difficile seguire una pista per scovarlo.

Ogni grande azienda temeva il suo operato e furono diverse le vittime, impotenti di fronte a tale padronanza e maestria. Il nome del famoso hacker divenne popolare tra le grandi testate giornalistiche ma anche nelle comunità di hacking. La sua immagina era un agglomerato di elementi da anti-eroe e pauroso criminale avvolti da un alone di mistero.

Hacker
Fonte: undraw.co

La guerra con Tsutomu Shimomura

Shimomura giocò un importante ruolo nella cattura di Mitnick, segnò un punto di svolta nella vicenda che portò il famoso hacker dietro le sbarre.

Tsumotu Shimomura era anch’esso un esperto di sicurezza informatica e subì un attacco informatico da parte di Mitnick. In collaborazione con l’FBI, prese parte alla caccia all’uomo arrivando a farne quasi una questione personale, lavorando incessantemente al fianco del governo per catturare il famoso e temuto hacker.

Nel 1994 si verificò un evento significante per la cattura di Mitnick. L’hacker grazie ad una tecnica chiamata IP spoofing, penetrò nel computer di Shimomura e riuscì a rubare così diversi file. Tsutomu non la prese affatto bene e la sua impresa divenne una crociata personale, sempre più motivato e determinato a rintracciare l’hacker e smarcherarlo.

Nel 1995, la determinazione di Shimomura diede i suoi frutti e l’FBI riuscì finalmente a rintracciare Mitnick grazie a tecniche avanzate, come l’uso di particolari radar per rilevare da dove stesse trasmettendo. L’FBI, inoltre, mise a disposizione la possibilità di analizzare l’intero traffico dati di internet dell’epoca (oggi sarebbe impossibile). L’arresto di Kevin Mitnick segnò la fine di una caccia all’uomo durata anni e costata diversi milioni di dollari alle aziende e non solo, anche alle tasche del governo.

Il suo arresto ebbe una risonanza mediatica non indifferente, portandolo in cima alla classifica dei criminali più famosi in questo settore. Nelle comunità di hacker non si poteva fare a meno di sentire il suo nome ed ebbe un significativo impatto nella cultura hacker e della sicurezza informatica.

Kevin David Mitnick fu processato per diversi reati informatici, tra questi possiamo includere il furto di software, frode telematica attuata grazie alla sua passione per l’ingegneria sociale e altri. Tali reati gli costarono una condanna di diversi anni dietro le sbarre, periodo che lo portò ad una profonda riflessione su se stesso e le sue malefatte, scatenando una sorta di redenzione.

Il riscatto

Infatti dopo la sua scarcerazione, l’ex-hacker si riscattò, sfruttando le sue incredibili doti e capacità informatiche per fondare una società di consulenza sulla sicurezza informatica. Con la condivisione della sua esperienza e delle sue conoscenze, garantì protezione dalle minacce digitali a diverse aziende.

Scrisse diversi libri, tra cui possiamo citare “The Art of Deception“, libro nel quale è possibile scoprire tattiche e pratiche di ingegneria sociale e manipolazione psicologica.

La storia di questo famoso hacker evidenzia l’importanza e il potere della tecnologia, le sfide che ci propone ogni giorno, morali ed etiche, alle quali a volte ci risulta difficile trovare una risposta.

Un viaggio che portò all’evoluzione di una persona da hacker criminale a consulente per le aziende, una figura ormai divenuta un emblema della cultura hacker. Un uomo che ci ricorda quanto sia importante conoscere, comprendere e proteggere il mondo digitale che fa parte delle nostre vite.

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