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The Million Dollar Homepage: La pagina da 1 milione di dollari

Nel 2005, uno studente inglese chiamato Alex Tew ha lanciato The Million Dollar Hompeage. Una pagina web dove il title, come visibile dal link, diceva “The Million Dollar Homepage- Own a piece of Internet History“.

Andiamo più a fondo.

The Million Dollar Homepage possedeva una tela da 1 milione di pixel, dove qualsiasi utente poteva comprare dei singoli pixel, partendo però da un minimo di 10×10. Il primo gennaio 2006 c’è stata l’asta per gli ultimi 1000 pixel rimanenti. Si è conclusa successivamente l’11 gennaio con un profitto di 38 mila dollari, per un totale di oltre 1 milione di dollari.

Ad oggi la pagina è ancora online ed è possibile vedere, come nell’immagine qui sotto, tutti i banner acquistati dalle persone negli anni.

The Million Dollar Homepage

La maggior parte degli elementi grafici sul Million Dollar Homepage sono di natura promozionale. Gli altri pixel invece sono stati acquistati quasi per gioco, oppure da persone che avevano visto una possibilità di entrare davvero nell’antologia di Internet per sempre.

The Million Dollar Homepage banner

Un banner nella parte superiore della pagina, come vediamo, recita “Own a piece of internet history“. Una sentenza che si è dimostrata veritiera data la copertura che il fenomeno ha ricevuto nel mondo di internet. Comprare un blocco di pixel era, in teoria, lasciare il segno su una realizzazione collettiva che riflettesse l’enorme potere di Internet di connettere le persone generando valore.

A prima vista, la Million Dollar Homepage sembra perfettamente funzionante e integra. Ma se prendiamo d’esempio i 2’816 link presenti sulla pagina, scopriamo che solo 1’780 sono ancora in funzione. Di questi 489 re-indirizzano a domini di rivendita o simili. Secondo il ricercatore Bowers nel suo articolo, questo sarebbe un esempio lampante del fenomeno del decadimento dei link.

Benché sia ovviamente un esempio chiaro della cultura in costante evoluzione di internet, del suo potenziale e della sua bizzarria, il sito si rivela per essere nient’altro che una cartella praticamente vuota se viene analizzato da più vicino,” spiega sempre Bowers.

L’artefatto digitale integro che rappresenta, in realtà, è solo un’apparenza. Affinché sia davvero integro e funzionante dovrebbe avere tutti i link interni funzionanti.

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